Non credete a coloro che, anche torchiati a dovere, negano di aver mai amoreggiato in macchina. Stanno di certo mentendo: a chi non è capitato di rubare qualche attimo di sacrosanta intimità fra il cambio e il cruscotto, provvidenzialmente nascosto a occhi indiscreti da vetri appannati quando non, nei casi più fantozziani, da fogli di giornale strategicamente piazzati sui finestrini?
In piena era ‘ bamboccioni poi, l’esigenza di disporre di un’alcova a quattro ruote appare ancor più stringente. La questione è nota: i soldi scarseggiano, allo scoccare dei trent’anni non ci si puಠpermettere il lusso di una casa propria, in quella dei genitori ‘pare brutto’, motel e alberghi hanno costi proibitivi e allora la cara, vecchia auto torna molto, molto comoda. Peccato che la cronaca nera sia disseminata di vicende che farebbero desistere anche gli amanti più focosi dall’idea dell’amplesso in auto. Vicende, sempre più frequenti, su cui c’è ben poco da ridere, che vedono protagoniste loro malgrado coppie sorprese in macchina e rapinate, o, peggio ancora, vittime di brutali episodi di violenza carnale. Come sempre accade con i fatti di ‘nera’, si tratta di episodi che, sulle prime, appaiono lontani anni luce dalla nostra quotidianità . ‘Tanto a me non capiterà mai’, si pensa. E poi?
Poi succede che alla redazione di Parcheggi.it arrivi una lettera come quella che riprendiamo qui di seguito. Una sorta di appello che, insieme con l’avvicinarsi della festa di San Valentino, ci ha spinto ad approfondire il tema ‘parcheggi dell’amore’. La missiva ci giunge da un ventiquattrenne della provincia di Milano. ‘Come per moltissimi miei coetanei – scrive – aver casa libera è dura, e l’unico modo di trovare intimità senza spendere cifroni nei motel è farlo in macchina’. E fin qui, niente di troppo strano. ‘Il problema – prosegue il nostro lettore – è che circa 5 mesi fa abbiamo subito una rapina con tentato stupro in un “parcheggio” nn custodito ma cmq conosciuto e illuminato (non siamo sconsiderati che vanno nei boschi, ma pur essendo un posto sicuro ci trovammo solo noi quella sera e ci è capitato quello spiacevolissimo inconveniente)’.
La lettera si conclude con una richiesta di aiuto. Il nostro amico ci chiede infatti ragguagli e indicazioni su parcheggi pensati per le coppie desiderose di un po’ di privacy.
Come rispondergli? Certo, sarebbe bello un giorno arricchire il nostro portale di un bel simbolo a forma di cuore che evidenzi i ‘parcheggi dell’amore’. Purtroppo, perà², si tratta di luoghi che ancora scarseggiano, nonostante abbiano fatto molto parlare di sè, destando reazioni molto controverse.
Prendiamo, per esempio, il Luna Parking di Bagnolo Cremasco, in piena Paullese. L’intraprendente cremasco Marco Domarini aveva suscitato un clamore degno della celebre canzone Bocca di Rosa di De Andrè inaugurando, allo scoccare della mezzanotte del primo gennaio 2008, quello che aveva definito ‘il primo parcheggio dell’amore in Italia’. Sospinto dalla convinzione che ‘il mercato del sesso non conoscesse crisi’, l’imprenditore aveva costruito questo parcheggio/garage corredato di servizi igienici affittando stalli riservatissimi al prezzo popolare di dieci euro per un’ora e mezzo, che scendevano a tre per quelle successive qualora alcune coppie avessero in programma vere e proprie maratone amorose. Il geniale Domarini aveva pensato proprio a tutto, perfino a dotare il parking, composto di 38 stalli e perfino di un punto ‘ camper, di distributori automatici di snack, bevande e caffè. Insomma, mancavano solo fiori e spumante per sfiorare la perfezione! Tanto più che, con la sua idea, l’imprenditore aveva sperato di venire incontro agli innamorati scongiurando il rischio di violenze, disagi e, non ultimo, di spiacevoli denunce per atti osceni in luogo pubblico.
Eppure, a meno di un mese dall’apertura, il parcheggio, che già si era guadagnato la scomunica morale del parroco ed era stato subissato da critiche dai cittadini più vittoriani (ricordate? nell’Inghilterra della regina Vittoria era costume diffuso coprire le gambe ai tavoli) ha dovuto chiudere i battenti. Motivo ufficiale: irregolarità edilizie. In sostanza: l’ufficio tecnico del Comune ha potuto laddove non avevano potuto le reprimenda scandalizzate dei bigotti. Peccato, perchè gli affari parevano andare bene: in soli quattordici giorni di apertura, infatti, l’insolito alcova aveva ospitato ben 38 coppie, formate perlopiù da giovani fidanzati che non sapevano dove altrimenti appartarsi.
Qualche mese dopo, il colpo di scena: per la gioia degl’innamorati, superate le noie burocratiche legate alle lacunosità edilizie, il parking ha riaperto i battenti. Il successo è stato tale che il proprietario si è detto stremato dal flusso continuo di clienti, tanto da indurlo a meditare di automatizzare pagamento e sorveglianza, in modo da avere finalmente un po’ di tempo per respirare e ‘ perchè no? ‘ peccare.
Più sfortunata la vicenda del Lovely Park di Carbonara, fra la periferia di Bari e il comune di Modugno, è stata un’iniziativa che, per le stesse identiche ragioni ‘ufficiali’ (ovvero presunte irregolarità edilizie) che hanno messo in difficoltà il parcheggio lombardo, non è riuscita ad andare in porto: Qui, un paio di anni fa, l’imprenditore Giuseppe Foggetti aveva pensato a un ricovero protetto da una recinzione esterna e da un sistema di divisioni interne per rendere ogni stallo un privatissimo alcova. Obiettivo, aveva dichiarato Foggetti ‘realizzare un’area sicura dedicata a chi vuole trascorrere momenti di intimità in auto senza doversi preoccupare di quello che accade intorno’. Quanto alle tariffe, erano persino più convenienti di quelle del parking dell’amore lombardo. Ingresso a tre euro per la prima ora o la prima frazione di ora, e 1 euro, 5 in più per ogni mezz’ora successiva, cibi e bevande ‘ comunque disponibili ‘ escluse. Anche in questo caso, neanche a dirlo, l’idea aveva suscitato reazioni forti: oltre ai soliti bigotti, perfino alcuni giovani hanno commentato in Rete che l’idea di pagare per qualche momento d’intimità appare ‘squallida’. E in più, come se non bastasse, il povero Foggetti aveva perfino dovuto subire lo smacco di un furto. Proprio coì: alcuni malviventi avevano infatti violato i sigilli e le recinzioni del parcheggio e, in barba ai divieti dell’autorità giudiziaria, avevano fatto irruzione nello sfortunato Lovely Park rubando cinque telecamere predisposte per la vigilanza, due computer, due televisori, un gruppo di continuità e un compressore.
Più fortunate le sorti del parco dell’amore di Vinci, il comune toscano celebre per aver dato i natali al grande Leonardo. Qui, con il beneplacito del sindaco Giancarlo Faenzi, è stata infatti compiuta ormai sei anni fa una riqualificazione mirata della zona circostante il campo sportivo di Petrolio con un occhio di riguardo proprio agl’innamorati. Avendo preso atto che quell’area era frequentatissima da coppiette, specie dal calar della sera in poi, l’illuminato primo cittadino ha dato precise disposizioni tese a rendere la zona più sicura e confortevole. Come? Con luci soffuse strategicamente disposte, gran dovizia di cestini per i rifiuti e di anfratti in cui godersi la camporella. Certo, in questo caso non stiamo parlando di un vero e proprio parcheggio, ma di una zona divenuta popolare per determinati obiettivi grazie al caro, vecchio, efficacissimo passaparola. E, caso strano, non contestata dagli abitanti della zona, che hanno evidentemente compreso come l’iniziativa del sindaco sia stata dettata da principi di rispetto e civiltà .
Perchè, considerando che la diffusione della suddetta camporella è un incontrovertibile dato di fatto e che i pericoli che si corrono ad appartarsi in auto possono essere, come abbiamo visto, molto seri, sarebbe forse opportuno mettere da parte i moralismi e fare in modo di rendere le zone notoriamente deputate a questo fine il più possibile sicure. Venendo incontro a tanti giovani (e meno giovani) che, come il nostro lettore, si trovano in difficoltà
Sempre che, nel frattempo, la trepida attesa per il rendez – vous erotico non sia svanita come una bolla di sapone! Secondo un’indagine diffusa proprio in questi giorni da una nota casa produttrice di navigatori satellitari, l’auto sarebbe il luogo in cui le coppie litigano di più. Teatro d’incontri ravvicinati, dunque, ma anche di accese discussioni!
Lo studio, condotto a livello europeo, svela infatti che il 69% degli automobilisti di Francia, Germania, Italia, Spagna e UK ha bisticciato con il proprio partner durante un viaggio. Il 38.3% dei britannici, il 34.9% dei francesi, il 27.3%, il 23% degli italiani e il 22% dei tedeschi indica poi l’auto quale contesto in cui è più probabile litigare con l’amato o amata.
Quanto alle ragioni che scatenano i bisticci, il 42,5% coincide con vedute divergenti sulla strada da percorrere o le indicazioni da seguire. Seguono a ruota le contese sulla temperatura dell’aria condizionata, i rimproveri per l’eccessiva velocità tenuta da chi guida e addirittura gli scontri sulla stazione radio sulla quale sintonizzarsi. Meno male che dopo una lite fare pace puಠessere meraviglioso