L’assessore Pissarello ci aveva già provato nel 2009 senza successo, ma il Comune di Genova, questa volta, non si puಠdire l’abbia fatta grossa, perchè guardando le nuove isole azzurre create sulla carreggiata di Corso Italia tra viale Piave e viale Nazario Sauro la prima cosa che viene da dire è che ‘ al contrario ‘ l’abbia proprio fatta più piccola.
Molto più piccola: ridotta a una sola carreggiata.
Coì si presenta oggi Corso Italia a Genova dopo che il Comune ha completato la creazione di 89 nuovi parcheggi a pagamento utilizzando una delle due corsie, quella di sorpasso, in direzione Sturla, a detta sua ‘per agevolare turismo e traffico’ durante il periodo di villeggiatura.
In realtà , ci sarebbero molte obiezioni da sollevare in merito a questa affermazione.
La prima è che il codice della strada non prevede la creazione di parcheggi sulla carreggiata; la seconda, è che i suddetti stalli costituiscono un pericolo sia per chi viaggia sulla corsia adiacente, sia per chi sta manovrando per parcheggiare il veicolo.
Inoltre, togliere una corsia intera significa non certo fluidificare il traffico ma condannarlo a ingorghi senza fine.
Per farvi un esempio pratico dei problemi riscontrati, abbiamo immaginato di essere turisti in visita a Genova.
Usciamo dalla sopraelevata che proviene da Sampierdarena, e siamo, finalmente, in area Fiera.
Davanti a noi, una fila di auto in coda verso Sturla.
‘Va bene‘, diciamo a noi stessi impugnando la macchina fotografica, ‘intanto possiamo fare qualche scatto‘, e ci mettiamo a immortalare il paesaggio.
Mentre siamo intenti a fermare su pellicola il sole e il mare genovese, ci muoviamo a passo d’uomo.
Sul sedile posteriore ci si sta sciogliendo il lettino gonfiabile e il figlio strilla che ha caldo.
Finalmente, dopo mezz’ora, intravediamo le strisce blu e proviamo a parcheggiare: sembra perಠche nessuno abbia voglia di fermarsi, nell’altra corsia, e anche noi non abbiamo molto spazio per effettuare manovre (eppure stavolta non abbiamo nemmeno lasciato che prendesse il volante nostra moglie).
Imprecando perchè non abbiamo Supercar ma una Seicento, riusciamo dopo venti minuti a infilarla ‘ male ‘ in un posto libero.
A questo punto cerchiamo di scendere e pagare la sosta, ma ancora una volta nella corsia adiacente si sta correndo la Formula Uno e per poco non ci vengono investiti moglie, figlio e cane.
Risultato: abbiamo perso un’ora (nella migliore delle ipotesi) e rischiamo pure di non trovare posto allo stabilimento balneare.
La domanda è la stessa che sorge ogni volta che vediamo uno spot di cattivo gusto in tv: ‘ma chi è, chi è il genio che ha pensato ‘dà i, facciamo coì che viene una meraviglia!’?
Sotto: foto di Corso Italia, Genova.