Parcheggi o “non parcheggi”, questo è il problema…All’attuale situazione di Milano su questo fronte sembrano calzare perfettamente le più celebri battute dell’Amleto shakespeariano. O, volendo essere un filino più terra-terra, una facile parafrasi di quelle de La Terra dei Cachi, geniale spaccato della nostra povera patria a firma di Elio e Le Storie Tese: ricordate? Italia ì/Italia no…
Parcheggi ì/parcheggi no potremmo dire, pensando alla confusa situazione in cui versa il capoluogo lombardo, il cui piano parcheggi sembrava, fino a poco più di un mese fa, essere stato drasticamente ridimensionato dalla giunta Pisapia.
Numerosi i progetti di parcheggio cancellati dalla Giunta; fra questi, ricordiamo i box previsti in piazza Gobetti e piazza Leonardo Da Vinci (in zona Lambrate-Città Studi), in piazza Arcole (Porta Genova), via Conchetta (Naviglio Pavese), piazza Grandi (viale Corsica-XXII Marzo), in via Rovereto, Valtorta e Rancati (viale Monza), oltre che nella centrale Piazza Risorgimento. Raggiunto, inoltre, l’accordo sul parcheggio residenziale di viale Ortles, con una riduzione dei piani interrati (da 3 a 2) e, di conseguenza, dei posti auto (da 237 a 162). Quattro, infine, i parcheggi ancora oggetto d’esame da parte dell’amministrazione per «forti criticità » nella localizzazione: quello di via Bacone, per cui prevedere sedi alternative, quello di piazzale Baracca e via Mosso e, infine, il silos di via Ferrante Aporti-Varanini.
In pratica, aveva spiegato Lucia De Cesaris, vicesindaco con delega all’Urbanistica, l’orientamento della giunta sarebbe quello di rinunciare agli interventi non più sostenibili, di chiudere tutti i contenziosi pendenti e di rimodularne altri.
Ma veniamo invece ora ai parcheggi che invece dovrebbero essere costruiti: tra i cinque progetti di silos con cantieri in corso spicca quello di piazza Sant’Ambrogio, che dovrebbe essere ultimato al più tardi all’inizio del prossimo anno. Tra i 4 parcheggi di prossima cantierizzazione spicca poi quello di Largo Rio De Janeiro, i cui lavori, nonostante lo scontento dei residenti che lo stanno osteggiando con una raccolta firme da presentare, sottoforma di petizione, al Parlamento europeo, dovranno iniziare entro ottobre. Sette, infine, i parcheggi interrati che saranno costruiti solo dopo l’Expo, localizzati nelle vie Volga, Ortles, Santander, Zarotto, Borgogna, Manina e in piazza Repubblica; coì come sette sono quelli già ultimati nei due anni di giunta Pisapia, fra i quali non sono mancati casi scandalo che sono stati considerati da molti vere e proprie “ferite” per la città .
A completare il quadro l’annuncio, in questi giorni, del riavviamento del piano parcheggi elaborato, sempre secondo quanto precisato da Lucia De Cesaris, nell’ottica di comprendere e interpretare le mutate esigenze di una città in continua evoluzione, “individuando nuove localizzazioni o recuperando quelle di progetti non compiuti”. Il vicesindaco ha inoltre fatto presente che la giunta procederà con valutazioni d’impatto strategico per riavviare gare su nuove opere.
Queste ultime dichiarazioni non hanno mancato di incontrare consensi: primo fra tutti quello del presidente della commissione urbanistica Roberto Biscardini, solitamente critico con la collega, che ha evidenziato come sia finalmente da considerare sfatato il luogo comune che vuole il centrosinistra sempre immancabilmente “contro” la costruzione di parcheggi. E riportando giustamente l’attenzione sul fatto che quella di non fare parcheggi non è una soluzione per migliorare la vivibilità dei centri urbani (quel che conta – ci permetteremmo di aggiungere – è come vengono realizzati).
Resta il fatto che, fra progetti cancellati, progetti “congelati” in attesa che si chiuda il sipario sulla fatidica Expo, parcheggi ridimensionati e dichiarazioni come quella – pur condivisibile – del vicesindaco la situazione appare ancora estremamente nebulosa e contraddittoria: ma non c’è da stupirsi. Perchè- sempre per dirla con Elio – la terra dei cachi è la terra dei cachi!