Il sindaco annuncia lo, che prevederà la cessione del 49% del ramo trasporti e del 100% del ramo scorporo del Gruppo Torinese Trasporti parcheggi. E i lavoratori appartenenti a quest’ultimo, riuniti in un comitato dal nome Park in Movimento, protestano.
Ora, dopo numerosi sit-in davanti al Palazzo Civico e alcuni colloqui informali con i consiglieri di Pd, Sel e Lega Nord, il comitato ha mandato i propri rappresentanti a colloquio con i capigruppo dei vari partiti. Obiettivo, spiegare perchè considerano l’operazione una scelta deleteria non solo per i lavoratori, ma anche per I torinesi e le finanze comunali.
Con circa 250 dipendenti, il ramo parcheggi del GTT rappresenta l’unica azienda pubblica in attivo in Piemonte, in grado di pagare puntualmente i 12 milioni di canone annuali alla Città di Torino e di versare altri due milioni al settore Trasporti. Una piccola miniera d’oro, in questi tempi difficili, che – sostengono I menbri del comitato – non ha alcun senso privatizzare.
Farlo – evidenziano – significherebbe lasciarsi tentare da un ragionamento di scarsa lungimiranza. Perchè è vero che, nell’immediato, comporterebbe l’entrata di 40 milioni di euro nelle casse del Comune, cui perಠsi andrebbe a sommare l’aumento di 2 milioni di euro del canone annuale (da 12 a 14). Due milioni che perಠbisognerebbe far uscire dal cappello a cilindro. Come? Creando, per esempio, nuove strisce blu, ma in zone periferiche e residenziali, cosa che porterebbe a un guadagno minimo.
D’altronde il recente aumento del 25% del costo del parcheggio all’ora, che ha portato un gramo ricavo del 6%, ha dimostrato che i torinesi non sono proponesi a spendere più di una certa cifra per posteggiare la loro auto. E questo andazzo farebbe ì che si verificassero licenziamenti, tagli allo stipendio e conseguenti disservizi ai cittadini.
A lungo andare, insomma, sarebbero molte le categorie di persone penalizzate da questa svolta. Ecco il motivo per cui il comitato Park in Movimento ha deciso di esporre dettagliatamente al Sindaco, Piero Fassino, le sue ragioni in un documento. Fassino, dal canto suo, ha promesso di non pubblicare il bando di vendita prima di averle prese attentamente in considerazione. E intanto, per lunedଠ28 ottobre, si prevede un nuovo presidio davanti al Palazzo Civico