La comunicazione è importante. Anche la più basilare. Infatti non vogliamo ora disquisire su mass media, social network o simili, ma semplicemente vogliamo parlare delle informazioni di base, le quali – nell'era dirompente della comunicazione – a volte mancano. Ed è il colmo.
Come è segnalato da numerosi siti internet e blog vari, ed è stato ripreso anche da un recente post dell'associazione americana International Parking Institute, l'ansia da parcheggio è una paura reale, e può essere declinata in numerose forme. Dall'ansia di dover raggiungere un luogo senza aree di sosta all'ansia di non trovare l'uscita in un grosso multipiano, fino alla paura di non riuscire a parcheggiare (per incapacità o per stalli troppo stretti). Siamo sicuri che, declinata su livelli più o meno bassi d'intensità, in un modo o nell'altro tutti gli automobilisti abbiano prima o poi provato questo tipo di ansia. Perché parcheggiare l'auto è un'azione quanto mai necessaria e inevitabile, e non poterlo fare per i motivi più disparati è di per sé uno stress.
La comunicazione di certe informazioni-base è un aiuto fondamentale. A partire dai cartelli che indicano la presenza del parcheggio alle indicazioni per l'entrata e l'uscita, dai sensi di marcia alle informazioni di pagamento, ecc. Sembra qualcosa di talmente utile e banale da passare in secondo piano. Ma attenzione a non considerarlo irrilevante!
Un esempio? Un parcheggio di Genova di recente costruzione (Via Buozzi) è passato quasi del tutto inosservato agli automobilisti per due ragioni: non è sufficientemente segnalato, e non è facilmente raggiungibile senza commettere infrazioni stradali. Scarsa pubblicità o posizione poco visibile? Probabilmente entrambe le cose, ma una segnaletica chiara è il primo ovvio requisito di ogni parcheggio. Se poi per entrare si rischia di infrangere pure il codice della strada, allora i cittadini si guardano bene dall'usufruirne. Un commento alla notizia recita: "ho tanti problemi a raggiungerlo", "per entrare bisogna fare un giro non troppo pulito", "ci sarebbe la possibilità di un ulteriore ingresso, peccato ci sia il marciapiede".
Tornando alla pagina dell'International Parking Institute sul tema, si comprende come il parking management possa venire incontro ai problemi di ansia da parcheggio e incrementare la customer satisfaction, vero motore e indicatore di qualità di qualsiasi servizio e/o attività commerciale. Interessante è questo esempio portato da un progettista. In un grosso parcheggio in struttura suddiviso in 5 aree, ognuna con propria entrata ed uscita, la maggior parte degli utenti parcheggiavano nell'area 1 ed uscivano dall'area 5, la cui uscita era spesso intasata nelle ore di punta perché sfociava in una via molto trafficata. L'80% dei visitatori che percorreva la stessa uscita nell'ora di punta creava situazioni di evidente disagio, e l'ansia da parcheggio si trasformava insomma in nervosismo diffuso. Soluzione? Si è deciso di veicolare le auto verso le uscite delle altre aree apponendo segnali indicativi in tal senso, oltre a costruire un'altra uscita oltre quelle esistenti. Problema risolto, clienti contenti, gestore contento. Facile no?