I problemi legati al traffico e alla ricerca del parcheggio rappresentano il principale cruccio nonché motivo di frustrazione non solo per gli automobilisti, ma anche per chi gestisce la sosta e per chi amministra i centri urbani. Non stupisce, dunque, che tutte le soluzioni più all’avanguardia legate al parcheggio siano di estremo appeal per chi ha l’obiettivo di ripensare in chiave smart le città. Noi di Parcheggi.it lo diciamo da tempo; e dagli USA lo ribadisce, senza “se” e senza “ma”, sul sito iotforall.com, anche Benson Chan, esperto in business strategico ed innovazione.
Quello che gli addetti ai lavori definiscono, con un neologismo sempre più utilizzato IOT, cioè “internet degli oggetti” o “delle cose” riveste un ruolo chiave in fatto d’innovazione legata alla gestione del parcheggio.
Ne sono un esempio i sensori o le telecamere incorporati nel terreno o montati su strutture in grado di informare in tempo reale circa la disponibilità di posti auto, convogliando gli aggiornamenti in modalità wireless verso piattaforme basate su cloud e integrandosi con dati che provengono da altri sensori. Questi sistemi sono utili sia agli automobilisti, che possono mirare dritti ai parcheggi disponibili semplicemente consultando il proprio smartphone, sia, per esempio, agli organi di polizia locale, che hanno a loro volta modo di individuare con facilità eventuali violazioni. La vera innovazione di questo tipo di tecnologie risiede non tanto nelle soluzioni che offre, quanto nella modalità in cui le informazioni vengono organizzate, e in particolare nella sua agilità e flessibilità.
Ma vediamo ora nel dettaglio chi sono gli attori effettivamente coinvolti nel problema – parcheggio e quali criticità devono affrontare.
Per gli automobilisti, senza dubbio, quello del parcheggio è un problema aggirabile, al più, muovendosi con mezzi di trasporto alternativi all’auto o scegliendo destinazioni presso le quali si possa parcheggiare facilmente. Il parcheggio influenza anche la scelta della zona in cui vivere: non poter contare sulla possibilità di lasciare l’auto vicino a casa porta, inevitabilmente, a orientarsi su soluzioni discutibili; oppure a parcheggiare troppo lontano da casa; e, nei casi più estremi, a decidere di…traslocare.
Chi si occupa di gestire il parcheggio e di monitorare eventuali violazioni è spesso percepito dagli automobilisti come “sciacallo”, per il solo fatto di…svolgere il suo lavoro. Eppure, stando a uno studio condotto da Fybr (una società statunitense che si occupa di applicazioni IOT n.d.r.), la percentuale di violazioni legate al parcheggio effettivamente denunciata e perseguita è minima rispetto a quelle effettive.
Per le attività commerciali è fondamentale trovarsi in zone che possano essere raggiungibili facilmente, e in cui non vi sia difficoltà di parcheggio, pena un inesorabile flop.
Quanto infine a chi amministra le città, che pure dipendono dalle entrate e dai contributi fiscali per generare e sostenere servizi ai residenti e alle imprese, è fondamentale che individui soluzioni per il parcheggio che non gravino troppo sui cittadini, i turisti e le imprese, pena il rischio di spopolamento e la conseguente perdita di entrate per finanziare i servizi, in un deleterio circolo vizioso.
Pagare il ticket? Che opportunità!
Ecco allora come, in una situazione di questo tipo, i dati raccolti grazie al cosiddetto “internet delle cose” possano tornare utili per tracciare dei concreti percorsi verso l’innovazione: a cominciare dal fatidico pagamento del ticket del parcheggio, comprensibilmente inviso…a tutti.
Pensiamo allora – fa notare Chan – a come cambierebbe la concezione di questo necessario passaggio se il cellulare ci avvisasse che il parcheggio sta per scadere, e se potessimo comodamente richiedere una piccola estensione con un semplice “tap”; o se, addirittura, un commerciante della zona in cui un automobilista si trova potesse pagarla per lui, non solo scongiurando il rischio di perdere un cliente, ma ottenendo la possibilità di fidelizzarlo! Dulcis in fundo, una simile opzione andrebbe a tutto vantaggio della città, che da quel parcheggio ricaverebbe ulteriori proventi.
Priorità alle violazioni gravi
Un altro importante punto da considerare risiede nel fatto che non tutte le violazioni sono uguali. Le soluzioni di parcheggio intelligente, dunque, potrebbero rilevare quelle effettivamente gravi (dalle auto parcheggiate in zone destinate ai disabili a quelle collocate in aree di carico e scarico): le segnalazioni “importanti” potrebbero diventare prioritarie rispetto a quelle di minor peso, arrivare prima agli organi di controllo ed essere risolte proattivamente e tempestivamente, a tutto vantaggio della circolazione.
Largo al marketing… creativo e taylor-made
Come in parte già anticipato, i dati risulterebbero utili ai commercianti per venire incontro ai clienti con soluzioni estemporanee e personalizzate: potrebbero creare promozioni temporanee di parcheggio, abbinarle con promozioni speciali di vendita e sfruttare momenti che non siano di punta. Si attiverebbe così un circolo virtuoso che darebbe anche alla città il modo di aumentare i ricavi derivanti dalla sosta, da reimpiegare parzialmente per il miglioramento dei servizi e delle infrastrutture della zona, incentivandone lo sviluppo economico.
Pianificare la gestione della sosta
Anche le agenzie di controllo del parcheggio, infine, potrebbero pianificare accuratamente la gestione degli spazi sfruttando le informazioni storiche sul traffico; potrebbero dunque incentivare gli accessi per riempire spazi poco occupati in determinati periodi, coordinandosi con i commercianti; e, al contrario, controllarli e ottimizzare l’uso del trasporto pubblico in altri.
Tutto ciò spiega come la soluzione al problema di traffico e parcheggio non possa e non debba guardare solo al vantaggio degli automobilisti; ma che debba prendere le mosse da quello che appare come un vero e proprio “sistema urbano” fatto di più attori, che possano beneficiare di soluzioni scaturite da una lungimirante visione d’insieme.