Lo sappiamo bene, purtroppo: oltre a quello della pizza, di un lungomare fra i più suggestivi al mondo e di un centro storico di rara bellezza Napoli vanta il triste primato dell’abusivismo, e in particolar modo di quello legato al parcheggio.
Scovare un posticino per la propria auto in città è già cosa ardua; e, come se non bastasse, i parcheggiatori abusivi monopolizzano puntualmente diversi spazi, strisce blu comprese, per “rivenderli” illegalmente ai disperati automobilisti. I dati relativi a questo fenomeno sono impressionanti. Risulta che circa il 40% delle strade della città partenopea sia in mano ai posteggiatori irregolari: professionisti della truffa che muovono un giro d’affari pari a 24 milioni di euro annui, ovviamente esentasse e ignorando sistematicamente le multe ricevute.
Adesso, però, qualcosa potrebbe cambiare: di recente, infatti, è stato studiato un nuovo sistema che ha l’obiettivo di combattere l’abusivismo. Si tratta di un meccanismo di controllo che monitora la sosta in remoto tramite sensori collocati sulla strada, e che è in grado di verificare quanti spazi destinati alla sosta siano effettivamente coperti da un titolo di pagamento valido. Il sistema è stato installato in Via Imbriani, tra le zone di Materdei e Arenella, e si spera sia d’aiuto a vigili e controllori del traffico, che potranno identificare più agevolmente chi paga regolarmente le strisce blu, stanando gli automobilisti che hanno parcheggiato irregolarmente; e che, poveri loro, non sempre accettano di buon grado di farlo, ma si trovano costretti al reato perché minacciati dai parcheggiatori abusivi. Non a caso e non di rado cascano nella rete anche carabinieri e avvocati – figure che, in teoria – dovrebbero osservare la legge in modo cristallino.
Ben venga dunque il nuovo sistema, e ben vengano altre sperimentazioni in altre zone di Napoli: anche se, per risolvere veramente la triste situazione “a monte”, sarebbe necessario ripensare interamente la città, prevedendo adeguate infrastrutture destinate a diventare parcheggi, riorganizzando il trasporto pubblico e decongestionando il centro tramite una limitazione dell’accesso alle auto, come già avviene in tanti altri centri.