La sosta selvaggia, si sa, è un vizio tutto italiano. Ne abbiamo parlato più volte, anche di recente, denunciando come nella Capitale la situazione sia particolarmente critica in questo senso: soprattutto nelle principali zone commerciali della città, buona parte delle quali situate in pieno centro. Adesso, però, le cose potrebbero mettersi veramente male per chi pratica con eccessiva disinvoltura questo “sport nazionale”, e in particolare per automobilisti che, parcheggiando in doppia e addirittura tripla fila, bloccano il transito dei mezzi pubblici.

 

È infatti notizia di questi giorni l’apertura di una maxi indagine da parte della Procura di Roma, seguita a ripetute e frequenti segnalazioni dell’Atac, l’azienda del trasporto pubblico capitolina. Oggetto, proprio la sosta selvaggia che impedisce la normale circolazione di autobus e tram. Per i rei di parcheggio selvaggio, dunque, si staglia all’orizzonte l’ipotesi di reato di interruzione di pubblico servizio. Attualmente sono già dieci le persone rinviate a giudizio. Si tratta di automobilisti che hanno lasciato la propria auto parcheggiata irregolarmente per almeno mezz’ora in strade in cui non erano presenti percorsi alternativi per i mezzi pubblici: o che, ancora più incautamente, hanno lasciato i loro veicoli vicino ai binari del tram, provocandone il blocco, con tutte le disastrose conseguenze che questo comporta sul traffico.

 

C’è di più. Il Codacons, presieduto da Carlo Rienzi, che negli ultimi due anni ha presentato alla Procura diversi esposti corredati di immagini ed esaustiva documentazione, pur dichiarandosi soddisfatto dei provvedimenti in atto, non intende fermarsi qui. Rienzi ha infatti dichiarato di voler chiedere alla Procura di estendere le indagini alla Polizia Municipale; e, in particolare, di verificare il motivo per cui i vigili urbani non abbiano alzato le sanzioni nei confronti dei parcheggiatori selvaggi, contribuendo in questo modo ad alimentare il fenomeno. L’associazione intende inoltre inviare propri ispettori muniti di telecamera a documentare i misfatti (che sono ben lungi dal fermarsi) e a immortalare le targhe dei veicoli parcheggiati illegalmente perché la Procura possa avviare procedure penali.

 

Quanto alle zone in più spesso prese di mira dagli “ignoranti del parcheggio”, si tratta di quelle che ospitano le vie dello shopping: da via Cola di Rienzo (ricordate? Ne abbiamo parlato di recente) a viale Marconi, da via del Tritone a via Napoleone III, puntualmente affollate di auto e camioncini negligentemente sistemati lungo le carreggiate destinate al transito dei mezzi pubblici. Per quanto ironico possa suonare, poi, non sono senza peccato nemmeno i pullman dei pellegrini che, in gran numero, si recano a Roma: nelle vicinanze della Basilica di San Pietro gli ingorghi causati dai loro bus che ostruiscono le strade per consentirne l’uscita sono ordinaria amministrazione.

 

Inutile dire che tutto sarebbe più semplice se si diffondesse quella cultura del parcheggio che purtroppo, nel nostro Paese, stenta a decollare: una più ampia presenza e, soprattutto, una più radicata abitudine a lasciare l’auto in strutture sotterranee situate nelle vicinanze del centro, proprio come abbondano in altri Paesi europei (dalla Francia alla Germania) eviterebbe questi problemi a tutto vantaggio della scorrevolezza del traffico, della salubrità dell’aria e della vivibilità dei centri, che risulterebbero finalmente decongestionati.

 

A Roma, a meno di un chilometro di distanza dal centro e dalla Città del Vaticano si trovano peraltro diverse capienti strutture in cui lasciare l’auto; basterebbe saperlo e organizzare con un minimo di anticipo i propri spostamenti per non finire con il cedere alla tentazione di parcheggiare in modo scorretto… O con il subire le conseguenze dello scarso senso civico di chi, imperterrito, continua a farlo!