La trazione elettrica ha ormai conquistato la pianificazione delle grandi case automobilistiche. Da qui al 2023, solo in Europa, il numero di modelli ibridi plug-in e full electric offerti salirà da 62 a oltre 230. È l’effetto degli investimenti che si stanno sull’elettrico, variamente calcolati dalle società di consulenza, ma in ogni caso ampiamente superiori a 200 miliardi di dollari sempre entro il 2023.
La spinta regolatoria da parte dell’Unione Europea costituisce il market drive principale: l’UE ha infatti fissato dei limiti progressivi di emissioni di CO2 per le auto di nuova immatricolazione. Nel 2018 erano 118 gr/km, per il 2012 saranno 95, nel 2025 80, con l’obiettivo di 59 per il 2030.
Gli investimenti stanno accelerando lo sviluppo delle tecnologie per l’elettrico soprattutto quelle per rendere disponibile energia elettrica in abbondanza al motore e alle altre dotazioni di bordo. Le soluzioni sono due: produrre energia elettrica a bordo partendo da un vettore energetico il più possibile non basato sul carbonio, e immagazzinare energia prodotta altrove. Nel primo caso di parla di celle a combustibile, nel secondo di batterie. Di entrambe le filiere ha trattato la conferenza E-Mobility, svoltasi ieri durante il Future Mobility Expoforum: un evento che sta ospitando i maggiori esperti e ricercatori italiani nel settore.
Le principali sfide dello sviluppo sono l’aumento della capacità, per consentire autonomie maggiori, della velocità di ricarica, della durata nel tempo, e la riduzione dei costi, sostituendo materiali rari con altri di più semplice reperibilità. Le case automobilistiche scommettono sul fatto di avere nel giro di pochi anni un’offerta in grado di essere attrattiva per gli acquirenti, alla pari come prezzo e prestazioni delle soluzioni tradizionali. Perché per rispettare i famosi limiti non basta avere un’offerta, ma è necessario che le vendite siano sufficienti. Il problema allora è convincere il mercato a passare all’elettrico e molti degli interventi in agenda si concentra proprio su questo aspetto.
La soluzione più diffusa è quella degli incentivi economici, diretti e indiretti. Per convincere un automobilista potrebbe anche essere utile far notare che i costi di manutenzione di un’auto elettrica sono industrialmente più bassi di una combustione interna.
Più difficile fare calcoli sul costo dell’energia. Da quello che si sa sull’impostazione prevalente a livello di Authority, il risparmio veramente importante si avrà ricorrendo alla ricarica domestica, essenzialmente notturna. Nessuna indicazione invece per il costo dei vettori per le celle a combustibile, a parte quello industriale. Una possibile compensazione potrà venire dalla restituzione di energia elettrica alla rete da parte del veicolo non utilizzato (Vehicle To Grid), che riguarda sia i veicoli a batterie che quelli a celle.
Il convegno si è chiuso con una tavola rotonda su di un tema di particolare interesse in Italia: il punto di ricarica di servizio nelle comunità nei centri commerciali, nei parcheggi e negli alberghi, occasione di fidelizzazione del servizio per l’utente.