In Italia circolano 32 milioni di auto, 54 ogni 100 abitanti. La mancanza cronica di posteggi fa sì che i mezzi vengano lasciati in sosta nelle strade in seconda e anche terza fila, causando ingorghi, rallentamenti, caos.
L’emissione di gas tossici aumenta nelle code e le centraline segnalano in continuazione sforamenti dei limiti.
Divieti di circolazione, domeniche ecologiche, chiusura al traffico dei centri storici sono alcuni dei provvedimenti scelti dai nostri amministratori per arginare l’emergenza, ma il risultato non è ecclatante. Vediamo cosa si fa negli altri paesi.
In Giappone da anni i Comuni rilasciano il bollo di circolazione solo se il proprietario dell’auto possiede un box.
In California, a S.Francisco, esistono corsie preferenziali e ponti riservati alle auto con più persone a bordo e anche su internet è possibile trovare compagni con cui dividere l’uso dell’auto.
A Oslo, in Norvegia, si paga un biglietto di circa un euro per andare in centro: con il ricavato si costruiscono piste ciclabili e parchi.
A Zurigo i tram hanno sempre la precedenza sui mezzi privati: in quella città 70 persone su 100 usano il mezzo pubblico.
E in Italia? Si discute, si presentano proposte che non arrivano quasi mai in porto e si brontola. Sarebbe il caso, finalmente, di prendere anche nelle nostre città , per ridurre l’inquinamento, decisioni forti, anche se a volte impopolari, e poi di metterle in pratica con rigore e perseveranza.
Ma chi avrà mai il coraggio di farlo?