Iva, Inps, Irpef e il conto multa.
Per molti artigiani la spesa per le contravvenzioni, rigorosamente’prese in servizio’, è ormai quasi una voce obbligata del bilancio.
Idraulici, imbianchini, tappezzieri: tutti hanno bisogno di utilizzare apparecchiature piuttosto ingombranti per lavorare, il lavoro è a domicilio del cliente e quindi tutti possiedono un automezzo dedicato al mestiere, il più delle volte il tradizionale furgoncino.
Proprio sul tergicristalli di quel furgoncino, sempre più spesso e quando si tratta di andare a lavorare in aree del centro città , sventola la fatidica multa.
Che il povero artigiano trova a fine lavoro e che senz’altro non può addebitare al cliente, magari lo stesso che gli aveva detto qualche ora prima:’Il furgone lo metta pure là , tanto i vigili non passano mai!!!!’.
E’ questa la vicenda di Erminio Minuzzo, manutentore di impianti di riscaldamento a Bologna.
E di tanti altri come lui (compreso il fidanzato di chi scrive, ndr).
L’artigiano dichiara di prendere mediamente due multe al mese da 68,25 Euro. Se poi capita di avere il furgone rimosso, l’ammontare della contravvenzione passa a 77,83 Euro, più altri 120 per il carro attrezzi.
Nei giorni scorsi lo sfogo di Minuzzo è apparso su un quotidiano bolognese.
A fargli da eco un coro unanime di proteste, levatosi dal popolo degli artigiani.
Di fronte al perdurare del problema, molti di loro addirittura rifiutano i lavori in aree del centro città .
Minuzzo ha scelto una via di compromesso: praticare lo sconto del cinque per cento al cliente che garantisce il posto auto.
Ma forse non dovrebbe essere l’Amministrazione a garantire una scappatoia a chi per lavoro deve posteggiare vicino al domicilio del cliente, magari utilizzando il parcheggio per i residenti?
D’altronde per lo scarico merci si usa già un occhio di riguardo. Perchè allora punire solo una particolare categoria di lavoratori?
A. Tordo