Non sono solo i ‘tassinari’ a protestare, in questi giorni, all’ombra del Cupolone. Anche i membri dell’AGA, l’associazione che riunisce i gestori di autorimesse-parcheggio nella Capitale sono ‘ e a buon diritto ‘ indignati.
Il motivo? La c.d. ‘tassa sui rifiuti’, che a buon diritto i gestori di autorimesse percepiscono come un’imposizione profondamente ingiusta. Effettivamente il diktat suona paradossale: pagare per lo smaltimento di qualcosa che non produci, nè potresti mai produrre. Anche mettendotici d’impegno.
Se infatti c’è al mondo un esercizio che, per la sua stessa natura, non produce rifiuti, ebbene, questo è proprio l’autorimessa! I garagisti assicurano infatti di riempire un sacco dell’immondizia ogni tre giorni.
Anche perchè ‘ va precisato ‘ nel caso in cui il garage includa attività complementari, quali officine e stazioni di servizio, per queste ultime è obbligatorio lo smaltimento dei rifiuti prodotti con ditte autorizzate.
Non solo: l’imposizione suona ancor più ingiusta in quanto l’entità della tassa è direttamente proporzionale alla superficie dei locali tassati. E le autorimesse, si sa, non sono certo bugigattoli
Basti pensare che la superficie complessiva delle 516 autorimesse romane aderenti all’AGA è di circa
2 milioni di metri quadri per un potenziale di almeno 180 mila posti auto.
Va precisato che, per tutelare i propri iscritti, l’AGA si era già fatta promotrice di altre iniziative sulla questione rifiuti: già nel 2001, infatti, in una serie di colloqui ed incontri con gli uffici competenti del Comune di Roma, era stata sollevata ufficialmente la problematica e l’associazione era riuscita ad ottenere che nel computo della superficie sottoposta a tassazione venisse detratto il 20%, considerato pari allo spazio occupato dalle corsie di manovra e dalle rampe d’accesso. Detrazione ‘ a dire il vero ‘ alquanto paradossale. ‘Quanti e quali rifiuti produce un’auto parcheggiata? Questo è il dilemma!’ ironizzano infatti i gestori.
Le auto ferme, in effetti, non producono alcun tipo di rifiuto. E’ casomai nelle zone destinate allo scorrimento che, a causa dell’inciviltà di molti automobilisti, possono casomai sorgere problemi di questo tipo: basta una vietatissima sigaretta fumata e gettata dal finestrino in barba ai divieti, o un fazzoletto di carta negligentemente lasciato cadere a terra
Al di là di questo ‘vizio di fondo’ proprio della concessione, questa è comunque durata lo spazio di un mattino: di lଠa poco, infatti, la tariffa venne aumentata del 30% con il passaggio all’AMA della gestione della materia. Il risultato? Le 1.300 autorimesse romane, nel loro insieme, dovrebbero pagare la bellezza di 7,5 milioni di euro. Una somma esorbitante, che non trova giustificazioni.
Coì, a poco più di due settimane dallo sciopero che ha paralizzato la Città Eterna, in cui ben 800 tassisti hanno manifestato contro il disegno di legge Bersani sulle liberalizzazioni, anche l’AGA metterà in atto la sua protesta.
Protesta che si concretizzerà in un corteo intorno al Campidoglio che avrà luogo il prossimo 17 giugno, al quale sono invitati tutti i gestori romani, anche quelli non facenti parte dell’associazione, per far sentire la propria voce e far fronte comune a questa ingiustizia. Lo scopo sarà , naturalmente, quello di avere una risposta dalla competente autorità amministrativa: e se tale risposta non si dovesse ottenere ‘puntualizzano già oggi i gestori dell’AGA ‘ l’associazione è più che determinata a fare seguire a quella in programma nuove proteste.
‘Staremo a vedere cosa succede ‘ fa sapere Claudio Forte a Parcheggi.it ‘
ma se non otterremo giustizia, siamo pronti a prendere provvedimenti molto pesanti, come per esempio chiudere per un giorno le autorimesse e mettere per strada qualcosa come 180.000 auto. Qualsiasi amministrazione dovrebbe tremare a una simile prospettiva‘.
Staremo a vedere, ma non vogliamo far mancare la nostra solidarietà ad una protesta che condividiamo.