Si faceva chiamare ‘Nonna Rosetta’ dai suoi dodici nipoti.
A loro, perà², non raccontava favole, ma li utilizzava per gestire il racket dei parcheggiatori abusivi a Roma.
Rosa Caristena, sessantuno anni, è stata arrestata nei giorni scorsi al termine di una complessa indagine denominata ‘Free parking’, partita nel 2004.
Con lei sono finiti in carcere altre 18 persone, molti dei dieci figli e dodici nipoti della donna.
Il racket abusivo controllava diversi parcheggi della Capitale, nelle zone dell’Eur, Garbatella, Verano e nei pressi dello stadio Olimpico.
E ad ogni grande evento, la banda del parcheggio si muoveva col suo finto armamentario di blocchetti e tagliandi. Anche i prezzi erano in linea con la media: dai due ai cinque euro.
A far attivare le indagini è stata proprio una frattura all’interno dell’organizzazione, che ha portato alcuni parcheggiatori, bassa manovalanza, a versare il 50% dell’incasso alla donna, a ribellarsi e raccontare tutto ai carabinieri.
Sgominata la banda, rimangono aperti una serie di interrogativi.
Come è possibile che un racket di tale rilevanza, svolto alla luce del giorno, possa continuare per anni e anni senza l’intervento della legge?
I famosi decreti sulla sicurezza delle città hanno valore o carta straccia?
Coì, a rimetterci, sono i parcheggiatori legali, minati da una concorrenza sleale, ma anche tutti noi, inconsapevoli fiancheggiatori di racket malavitosi.
Con qualche spicciolo in tasca di meno, e molta più insicurezza nella nostra testa.