Sosta sulle strisce blu, tutto da rifare. La tempesta è scoppiata. A dare il là  ci ha pensato Roma, d’altronde è la Capitale, ma adesso a vacillare sono le certezze di bilancio di molti Comuni italiani che proprio sulla tariffazione della sosta in superficie, nonchè sulle multe per il mancato pagamento, preventivano ogni anno una voce cospicua di entrate.

Nei giorni scorsi il Tar del Lazio, Seconda Sezione, ha accolto il ricorso del Codacons e di un Comitato di cittadini residenti nel quartiere Ostiense di Roma contro le poco gradite strisce blu.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha annullato le delibere del Comune di Roma che le istituivano in quest’area della città . La motivazione è semplice e ribadisce un pronunciamento della Corte di Cassazione di circa un anno fa. In quell’occasione gli ermellini avevano sentenziato, in virtù di quanto indicato dall’articolo 7 del Codice della strada, che i Comuni hanno facoltà  di realizzare parcheggi a pagamento, a condizione che vengano contemporaneamente realizzati, nelle immediate vicinanze, parcheggi gratuiti. Ci sono poi tre condizioni che possono far cadere questo principio generale, vale a dire che le aree in questione siano pedonali, a traffico limitato o di particolare rilevanza urbanistica, come era stato indicato dall’amministrazione romana nel caso del quartiere Ostiense.
Ma il Tar ha deciso che non esistono le condizioni di particolare rilevanza urbanistica per questa parte di Roma e quindi, mancando vicino alle strisce blu quelle bianche gratuite, la sosta non deve essere pagata.

A trasformare in un evento epocale questa sentenza ci ha perಠpensato il neo sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Il primo cittadino non solo ha deciso di non far ricorso contro questa decisione, come invece avrebbe potuto e hanno già  fatto diverse amministrazioni locali in casi simili. Il provvedimento che è immediatamente rimbalzato sulle pagine di tutti i quotidiani è stata l’ordinanza del sindaco con la quale si annulla il pagamento sulle strisce blu in tutta la città .

Le strisce blu sono uno strumento importante ‘ ha dichiarato Sergio Marchi, assessore alla Mobilità  di Roma – , possono servire e sarebbe sbagliato pensare di eliminarle completamente. Non è a questo che vogliamo arrivare. Perಠvogliamo iniziare una consultazione con tutte le associazioni per capire come si possa applicare diversamente questa regolamentazione della sosta, nel rispetto del codice della strada. E’ un lavoro delicato, non potrà  essere completato in un giorno. Ma neppure in un anno. La nostra idea è che le strisce blu debbano migliorare la regolamentazione della sosta, non essere una punizione per i cittadini’.

Roba da non crederci e molto probabilmente non vorrebbero crederci molti altri sindaci italiani, specie delle metropoli più popolose. L’effetto domino è scattato e già  in queste ore in città  come Bologna, Milano o Firenze i toni della polemica si sono notevolmente alzati.
Stanno per partire centinaia di ricorsi, il Codacons annuncia di voler aprire una class action per risarcire i cittadini delle multe prese in seguito al mancato pagamento della sosta sulle strisce blu. E nelle aule consiliari di mezza, o tutta, Italia le interpellanze si susseguono.
Emblematico il caso di Firenze, dove la questione parcheggio da anni incendia i dibattiti. L’accusa è quella di portare avanti una politica di salasso nei confronti dei cittadini, sosta a pagamento, multe a non finire senza un adeguato piano del traffico e di mobilità  urbana alternativa all’uso dell’automobile, come sottolinea la consigliera Gaia Checcucci chiedendo che Firenze prenda esempio da Roma: “Nella nostra città , e sono tanti anni che lo dico tutto quello che riguarda la sosta coinvolge in maniera estremamente diretta il Comune di Firenze e le società  direttamente collegate, Firenze Parcheggi e Sas su tutte. Il problema di fondo non è tanto quello di realizzare una giusta e legittima regolazione della sosta, benì quello di creare tutta una serie di meccanismi che in definitiva penalizzano il cittadino con le multe, con scelte apparentemente dettate da “alti ideali” di razionalizzazione della viabilità , ma che in concreto appaiono troppo funzionali al bilancio del Comune: sono quasi 50 i milioni di euro che entrano per le multe”.

Appare chiaro che la bufera è appena scoppiata e il sereno ci metterà  molto a tornare, ma d’altronde era ormai troppo tempo che i malumori ribollivano sotto il coperchio. Non tanto per la scelta di far pagare la sosta, quanto per l’incapacità  di molte amministrazioni di proporre ai cittadini un trasporto pubblico adeguato, di far capire che dietro la tariffazione c’era un progetto di mobilità  sostenibile e non solo la volontà  di far cassa.

A.T.