Torniamo a parlare di parcheggi rosa, per segnalare quanto iniziative in fin dei conti meritevoli (le donne in gravidanza o con bambini piccoli pur non essendo malate hanno a volte qualche difficoltà di movimento in più e le donne in generale sono in certe situazioni più vulnerabili) trovino comunque detrattori.
A Molfetta è stato ultimamente approntato un piano parcheggi che prevede la creazione appunto di parcheggi rosa, dedicati alle mamme in attesa o con bambini fino ad un anno di età .
Tali parcheggi saranno segnalati sia con segnaletica verticale che orizzontale con un logo raffigurante una cicogna, e le neo mamme dovranno esporre un contrassegno da richiedere gratuitamente presso il Comando di Polizia Municipale.
Le zone di installazione sono state individuare nei pressi dell’Ospedale, delle scuole, degli uffici pubblici e del centro storico.
Ebbene, qualcuno ha trovato da ridire su questa iniziativa, sottolineando soprattutto la difficoltà di accertamento dei requisiti: ‘Già immaginiamo sui parabrezza delle auto le ecografie delle neo-mamme a documentare il lieto evento o i risultati dei test appena svolti o il mitico adesivo bebè a bordo Ed al compimento dell’anno del bambino cosa accadrà ? I vigili agiranno sulla fiducia? Oppure ogni mamma mostrerà sempre sul parabrezza di cui sopra le foto della festa del primo compleanno del proprio figlio? Che faranno gli uffici competenti, chiederanno continuamente lo stato di famiglia aggiornato? Che trattamento avranno le mamme di gemelli? Un posto doppio (semmai anche per l’auto del marito)?’ e via di questo passo
A parte il fatto che l’amministrazione ha precisato che tali parcheggi non sono legittimati dal codice della strada e che quindi il provvedimento fa appello alla sensibilità dei cittadini, perchè attualmente il parcheggio rosa non è sanzionabile, non si capisce perchè ci si debba scagliare a prescindere contro una iniziativa meritevole.
Ad Udine invece qualcuno ha trovato risibile l’iniziativa perchè i parcheggi rosa sono accanto a quelli per i disabili, ed i cartelli parlano di stalli (e non di posti auto, si contesta anche il lessico) ed hanno disegnata una donna ‘donna’ e non una donna incinta.
Il commento di fondo è sempre il medesimo: essere donna non è una forma di disabilità per cui non sono necessari posti riservati vicini all’uscita, che andrebbero piuttosto riservati agli anziani che hanno maggiori difficoltà di deambulazione.
Infine si contesta il fatto che questi posti per donne sono stati introdotti nel parcheggio senza pensare agli effetti sul funzionamento del servizio globale e sulla coerenza con altre indicazioni fornite ai guidatori nel parcheggio stesso, perchè il display all’ingresso indica posti liberi senza specificare di che colore sono, per cui si rischia di entrare e sentirsi ‘incivile’ perchè l’unico stallo rimasto libero è appunto uno stallo rosa. Non è lo stesso rischio che si corre con i posti per i disabili? Con la differenza che non solo ci si sente incivili ma si deve anche uscire dal parcheggio perchè i posti in questione sono, quelli ì, sanzionabili.
Le stesse critiche si rilevano a Genova dove in un protocollo di intesa tra l’amministrazione comunale e le associazioni di difesa delle donne sono previsti sconti sui taxi dopo le 22, fermate ‘fuori fermata’ per i bus delle linee collinari e posti auto al femminile in sei dei maggiori parcheggi (privati) del centro cittadino.
Questi posti auto saranno all’interno dei silos e riservati tramite una segnaletica dedicata fatta di cartelli e strisce rosa e non prevedono (come in tutti gli altri casi già citati) tariffe ridotte, ma saranno vicini alle telecamere di sorveglianza e in posizione comoda e accessibile per evitare alle donne di scendere, magari a tarda sera, nei sottofondi di un parcheggio per ritirare la propria vettura.
Alcuni commenti parlano di parità tra i sessi solo quando fa comodo, sostenendo che un uomo ha la stessa possibilità di essere aggredito di una donna e che i posti rosa andrebbero previsti solo per le donne incinte o con bambini piccoli.
Pensiamo che, gravidanze e bimbi a parte, un po’ di cortesia verso il gentil sesso non guasterebbe ma evidentemente la galanteria e buon senso sono ormai merce rara.