Riprendiamo una recente notizia dell’Eco di Bergamo, che ci ricorda la campagna di sensibilizzazione  studiata da Parcheggi.it insieme a Marciante, nel lontano 2006. Un’iniziativa volta a sottolineare un problema che, a distanza di quasi vent’anni, rimane drammaticamente attuale: l’abuso dei parcheggi riservati ai disabili.

Il caso di Angelo Cannizzaro, invalido civile, rappresenta l’ennesima dimostrazione di quanto il rispetto per le regole – e per le persone – sia spesso un concetto trascurato. La sua denuncia è chiara e amara: multato per divieto di sosta, ma senza alternative, perché il parcheggio a lui destinato era già occupato da un’auto senza contrassegno. Una situazione paradossale e ingiusta, che getta luce su una questione ben più ampia e diffusa.

Trovandosi impossibilitato a parcheggiare nel posto riservato, ha contattato la Polizia locale per segnalare l’occupazione abusiva. La risposta è stata una multa da 29,40 euro per divieto di sosta, regolarmente pagata, ma che l’uomo giudica profondamente ingiusta. «Mi sono ritrovato senza alternativa. Il parcheggio per disabili era occupato da un’auto che non ne aveva diritto e io, con le mie difficoltà motorie, sono stato costretto a lasciare l’auto in una posizione irregolare. Il giorno dopo, la sanzione» racconta l’uomo, esasperato da una situazione che si ripete con inquietante frequenza.

Il dramma quotidiano della sosta selvaggia

Cannizzaro non è nuovo a questo tipo di disavventure. «In media chiamo i vigili quattro o cinque volte a settimana. Il parcheggio per i disabili viene usato da chi non ne ha diritto e, più in generale, qui la sosta è fuori controllo» denuncia. 

La Polizia locale ha confermato la sanzione per «divieto di sosta permanente», evidenziando il rischio di intralcio alla circolazione o alle manovre di altri veicoli. Una spiegazione burocratica che, però, non risolve il problema di fondo: l’abuso dei posti per disabili da parte di chi non ne ha diritto e l’assenza di controlli più stringenti per contrastare il fenomeno.

Se vuoi il mio parcheggio, prenditi anche il mio handicap

Il signor Cannizzaro ha lanciato un grido di protesta: «Se qualcuno vuole prendersi il mio posto, allora si prenda anche la mia disabilità». Un’affermazione dura, ma necessaria per scuotere le coscienze. La sua battaglia non si limita al singolo episodio: da anni segnala la presenza di un furgone e di un’auto abbandonati che sottraggono ulteriori spazi di sosta. «Tutti sanno che sono lì da anni, ma nessuno li rimuove. Se lo facessero, si libererebbero almeno due posti in più». 

Questa vicenda non è solo la storia personale di un cittadino, ma la fotografia di un malcostume diffuso, che si nutre di indifferenza e mancanza di rispetto. La lotta per il diritto alla mobilità delle persone con disabilità non può ridursi a una battaglia solitaria: servono controlli più efficaci, sanzioni esemplari e soprattutto un cambio culturale. Perché il rispetto per gli altri non dovrebbe mai essere un optional.