Le liti di condominio possono finire anche in tribunale e dal tribunale può uscire una condanna al carcere quando si tratta di questioni di parcheggio.
Ha fatto scalpore ed è riecheggiata molto sulla carta stampata l’ennesima sentenza della Corte di Cassazione in tema di sosta dei veicoli.
Il caso era quello di un palermitano di trentasette anni che aveva lasciato l’auto davanti al passo carraio di un condominio e aveva chiesto in malo modo il tempo di fare i suoi comodi per spostare la vettura.
L’imputato era andato a prendere la sorella presso casa di quest’ultima e aveva lasciato l’auto in una posizione che impediva l’uscita sulla via pubblica alle altre vetture in sosta nel parcheggio condominiale.
Alla richiesta di spostare il mezzo, il trentasettenne aveva risposto con maleducazione, stesso comportamento usato dalla sorella nei confronti del condomino.
La prima condanna era stata promulgata dal Tribunale di Palermo e dalla Corte d’Appello del capoluogo siciliano nel 2005: 300 Euro di multa per il reato di ingiuria e tre mesi e dieci giorni di reclusione per il reato di violenza privata.
Invano i due fratelli hanno fatto ricorso alla Cassazione, contestando il reato di violenza privata.
‘Requisito – scrivono i giudici della quinta sezione penale della Cassazione nella sentenza 16571 – che si identifica con qualsiasi mezzo idoneo a privare coattivamente della libertà di determinazione e di azione l’offeso’.
Ancora una volta gli ermellini emettono una sentenza dai toni forti in materia di parcheggia.
Chissà che il precedente non induca molti a comportamenti più educati e civili, anche all’interno dei condomini.
Alessandro Ricci