I parcheggi ed il verde pubblico: dicotomia che rappresenta due mondi inavvicinabili, oppure possibile esperienza di ‘convergenze parallele’ nel mondo della sosta?
Su Internet le posizioni dei due opposti schieramenti si sprecano, coì come gli esempi di cattiva Amministrazione che diffondono tra i cittadini l’idea di parcheggio sinonimo di violenza all’ambiente.
Il contributo più divertente al dibattito viene da ADV News, dove qualche giorno fa è stato pubblicato un articolo di fantasia che ipotizza una possibile malattia diffusa tra le piante valtaresi, zona dell’Emilia Romagna; si tratterebbe di ‘(…) un particolare gene della piante che, vedendosi in mezzo alle scatole, per consegnare un parcheggio in più o per consentire il transito senza problemi di un’auto, si ammala e muore volontariamente. Unico rimedio tagliarlo radente a terra e consentire che il suo destino si compia: lasciare spazio e aiutare lo sviluppo, il progresso e la comodità individuale (…)’.
Deve essere proprio quello che è successo a Tolfa, comune in provincia di Roma.
Qui, a fine marzo, la popolazione, nonostante una petizione presentata al Sindaco, ha improvvisamente visto abbattere diversi alberi del ‘giardino delle suore’; lo spazio orfano delle piante, pini e cedri del Libano, ospiterà il parcheggio del teatro in costruzione e Tolfa non avrà più il giardino pubblico dove andavano a giocare i bambini.
Al di là di facili considerazioni demagogiche, due sono i punti fermi: il problema della sosta oggi è più che mai di rilevanza quotidiana per tutti, allo stesso tempo la tutela dell’ambiente è tra le tematiche di maggiore attualità .
Come al solito la soluzione sta nel giusto mezzo, il punto di incontro è nell’uso delle strumentazioni e delle progettualità che attualmente rendono possibile la costruzione di parcheggi in grado di non danneggiare i beni ambientali ed architettonici delle nostre località .
A.T.