Nel bene e nel male, l’importante è che se ne parli. E noi di parcheggi rosa abbiamo iniziato a parlare già da tempo. Ovviamente nel bene.
‘In principio’ l’iniziativa era circoscritta a pochissimi e sparuti Comuni.
Poi, mano a mano che si è continuato a parlarne, la sensibilità all’argomento è cresciuta nel pubblico e , soprattutto, tra gli Enti locali. Sempre più amministrazioni hanno iniziato a prevedere spazi di sosta agevolati per le donne in attesa e le neo mamme.
Un’attenzione crescente, come testimoniato nel nostro speciale sull’argomento pubblicato nel giugno del 2005. Allora la nostra indagine ci ha portato a scovare diversi Comuni dove era stata introdotta la possibilità del parcheggio rosa.
Oggi il numero di questi Comuni si è decisamente moltiplicato, per scoprirlo basta fare una semplice ricerca su Internet.
Tanto che adesso c’è chi propone di trasformare una semplice attenzione verso una categoria specifica di automobilisti in una norma del codice della strada.
Lo ha chiesto Giovanni D’Agata, componente nazionale del Dipartimento Tematico ‘Tutela del Consumatore’.
La proposta è quella di modificare il punto d) dell’art. 7 del Nuovo Codice della Strada con una disposizione ad hoc, relativa proprio agli stalli di sosta gratuiti per neo-mamme e donne in dolce attesa; spazi che le Civiche Amministrazioni dovrebbero ‘di norma’ prevedere in zone di sosta a pagamento e a disco orario, contigue all’entrata o all’uscita dei centri commerciali e pubblici.
Come dire: quella che sino ad oggi è stata una norma di buona educazione e civiltà , da domani deve diventare una regola scritta nero su bianco, a tutela di un diritto acquisito nelle città grazie all’operato delle Civiche Amministrazioni. Ma anche grazie ai mezzi di informazione che hanno saputo puntare l’attenzione sulla questione e fare da cassa di risonanza alle iniziative dei diversi Comuni.
Per una volta ci sentiamo in diritto di dirci ‘bravi’.
A.T.