— I PARTE —
Tutto ha avuto inizio alla fine degli anni Novanta, ma per molto
tempo nessuno – o quasi – è sembrato farci caso. Nelle vicinanze dei
maggiori aeroporti nazionali, diciamo a meno di una manciata di
chilometri, hanno incominciato a sorgere strutture di parcheggio
private alternative a quelle interne agli aeroscali.
Gli anni Novanta: un esordio “in sordina”
Obiettivo: in primo luogo, e senza alcun dubbio, proporsi abbastanza
aggressivamente come competitor, con prezzi decisamente
concorrenziali rispetto a quelli, davvero esosi, che
caratterizzavano le strutture aeroportuali. Effetto collaterale, affatto
trascurabile: un importante servizio in più agli aeroscali, che,
con il trascorrere degli anni e complice il boom dei viaggi last
minute prima e low-cost poi, hanno incominciato a essere
molto più frequentati e, soprattutto, in maniera molto più capillare,
da una nuova categoria di utenti: quelli del volo “mordi e fuggi”.
In Europa, a partire dai primi anni Novanta, la crescita di passeggeri
che si sono serviti di compagnie low cost è stata esponenziale. Nel 1994 circa 3 milioni di passeggeri volarono a prezzi a
basso costo e nel 1999 aumentarono alla bellezza di 17,5 milioni. Il
vero e proprio boom si è tuttavia verificato negli ultimi tredici anni.
Si pensi che con la sola Ryanair nel 2009 hanno volato 65 milioni di
persone, diventate oltre 72 milioni l’anno seguente.
A poco a poco, molto spesso in sordina, quella dei parcheggi aeroportuali
privati si è imposta come una nuova realtà ; alcuni parcheggi, perlopiù
singoli, hanno mantenuto un’impostazione che potremmo definire
“artigianale” o “familiare”. Altri si sono costituiti in
network, espandendosi su tutto il territorio, presso gli scali
principali ma anche e soprattutto presso quelli cosiddetti “minori”,
fino a diventare delle vere e proprie potenze. Di pari passo si è
puntato a una sempre maggiore diversificazione e accuratezza dei
servizi offerti alla clientela. Quali i più ricorrenti? Trasporto
su navetta gratuito da e per l’aeroporto, attivo 24 ore su 24 e
sincronizzato con gli orari dei voli; custodia dei mezzi, all’aperto
e al coperto, videosorvegliata; coperture assicurative per furto e
incendio; disponibilità di cassette di sicurezza. E in più, nel
caso dei parking più evoluti, avvolgimento bagagli da effettuare
direttamente in parcheggio, distribuzione gratuita di quotidiani o
magazine; e, ancora, car valeting, ossia opportunità per il
cliente di lasciare l’auto direttamente in aeroporto a un addetto del
parcheggio, incaricato di condurcela e di riportarla puntualmente in
aeroporto al suo ritorno.
Realtà sempre più organizzate e competitive
Gradualmente, grazie anche a un’accorta attività di comunicazione
da parte di alcune strutture, e all’importanza che testate e
realtà attive in Rete, proprio a partire da Parcheggi.it e MyParking,
gli hanno riconosciuto, addetti ai lavori, stampa e pubblico hanno,
letteralmente, “scoperto” i parcheggi aeroportuali privati. E, in un
certo senso, è stato un po’ come scoprire l’America. Come resistere
alla tentazione di spendere cifre stracciate per un parcheggio
(nell’ordine dei 4-8 euro al giorno, tendenti peraltro a scendere
in proporzione con il periodo di permanenza dell’auto in sosta), di
poter contare su servizi navetta tutto sommato affidabili e, a monte di
tutto cià², di potersi tranquillamente concedere il lusso di raggiungere
l’aeroporto in auto, senza cercare uno chaperon e senza avventurarsi su
treni o pullman in orari antelucani?
E soprattutto, come resistere alla soddisfazione di non cadere
invischiati in un grottesco paradosso, spuntando un prezzo
ridicolo per un weekend lungo all’estero ma ritrovandosi al
contempo a spendere il doppio per il parcheggio in aeroporto?
Insomma, il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio e ha raccolto un
numero sempre maggiore di consensi.
Oggi, tanto per fare un esempio, la piattaforma di prenotazione e
pagamento online del parcheggio MyParking conta 35 strutture, dislocate
presso gli scali di Bari, Bergamo, Bologna, Brindisi, Catania,
Firenze, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Pisa, Roma
(Campino e Fiumicino), Torino, Venezia e Verona. Parcheggi che
rappresentano uno spaccato molto eloquente di quella che oggi è, a tutti
gli effetti, una realtà molto ben consolidata. Una realtà fatta di luci ‘
come già evidenziato ‘ ma anche di ombre.
Il contrattacco degli aeroporti
Una positiva ricaduta dell’affermarsi dei parcheggi aeroportuali privati,
superata una prima fase di “guerra aperta” e, in alcuni casi, senza
esclusione di colpi operata dalle società di parcheggio interne agli
aeroporti, è stata la spinta che le ha portate a ripensarsi. Un
paio di esempi: la SACBO Spa, società di gestione e principale handler
dello scalo di Bergamo Orio al Serio, si è attrezzata per offrire
parcheggi scoperti, coperti, business e leisure per soste brevi o
soste medie e lunghe in spazi dedicati ubicati all’interno del sedime
aeroportuale a tariffe molto basse (a partire da 19,90 euro a settimana)
. E anche in uno scalo di primaria importanza, Milano Malpensa, la
SEA ha attivato il servizio ViaMilano Parking, comprendente 5 aree
di parcheggio profilate su esigenze differenti e situate all’interno
dell’aeroporto caratterizzate da tariffe competitive, ribassi per chi
prenota online e vantaggi apprezzabili dagli automobilisti, come la
possibilità di tenersi le chiavi dell’auto. Dettaglio, quest’ultimo, di
non poca importanza, che ci porta dritti a “fare luce” su quelle che,
invece, sono le “ombre” di questo fenomeno.
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