Se i mezzi a benzina o diesel non incontrano restrizioni di sorta per l’ingresso nei parcheggi, altri tipi di alimentazione possono invece avere difficoltà a trovare un parcheggio disposto ad accoglierli.
I combustibili liquidi tradizionali non creano molti problemi, perchè le nuove tecnologie e la manutenzione costante hanno portato alla nascita di serbatoi a prova di perdita, tanto è vero che ormai nei garage non si vedono più macchie di carburante per terra, nè si respira più quello che era il caratteristico ‘odore da parcheggio’.
Fino a qualche anno fa i veicoli alimentati a Gpl (Gas Petrolio Liquefatto, è un idrocarburo che si ottiene dal processo di raffinazione del petrolio ed è composto principalmente da una miscela di propano e butano) non erano ammessi nelle strutture chiuse, poichè il gas è sottoposto a forti pressioni che anche a mezzo fermo possono causarne la fuoriuscita, con conseguente rischio di incendio ed esplosione.
Dal 2002 invece, le vetture con alimentazione a GPL possono parcheggiare anche in rimesse chiuse, al primo piano interrato, a condizione che l’impianto sia conforme, vale a dire omologato, alla normativa E67R1, e al Decreto del Ministero dell’Interno 22/11/2002, che prevedono che l’impianto abbia una multivalvola volta ad evitare eccessi di pressione interna nel serbatoio.
I garage perà², per accogliere questi veicoli devono essere dotati di regolare Certificato di Prevenzione Incendi.
Nella progettazione dei parcheggi quindi devono essere previste adeguate misure precauzionali che devono ormai tenere conto della varietà di combustibili ormai disponibili sul mercato.
L’uso di combustibili alternativi si sta affermando, in Italia e non solo, grazie ai contributi concessi a chi si impegna a ridurre l’inquinamento, obiettivo raggiungibile riducendo le emissioni dovute a benzina e gasolio. In molti casi, pesano sulla scelta anche le limitazioni, in termini di transito e parcheggio, imposte alle vetture alimentate in modo tradizionale.
Uno dei carburanti più ecologici oggi in uso è il metano.
Il metano è il più semplice idrocarburo saturo, incolore ed inodore, non richiede impianti di raffinazione, aggiunte di additivi, puಠessere utilizzato già allo stato dell’estrazione ed è disponibile senza accumulo nei depositi e senza intasare il traffico in superficie.
Si incendia più difficilmente della benzina e ciಠcostituisce un grande vantaggio in termini di sicurezza; inoltre è più leggero dell’aria e le velocità di diffusione sono elevate: nel caso di remota probabilità di fuoriuscita accidentale, tende a disperdersi rapidamente nell’aria, senza formare pericolosi accumuli. Per questa peculiarità , a differenza di altri gas, è consentito il parcheggio dei veicoli in garage sotterranei, in box privati ed in generale ovunque.
In Italia l’uso del metano per autotrazione risale agli anni ’30, oggi con l’aumento del prezzo del petrolio è tornato alla ribalta.
Una notevole limitazione all’uso di questo combustibile per autotrazione è principalmente dovuto alla scarsità di colonnine di distribuzione.
In Francia è possibile fare il pieno di metano direttamente dall’impianto domestico, basta possedere dei particolari compressori che pompano direttamente nel serbatoio dell’auto.
Compressori che in Italia è possibile installare esclusivamente nelle province di Bolzano e Trento con contributi intorno al 50% sull’ acquisto e l’installazione dei compressori.
Peccato che nel resto d’Italia la normativa non lo consenta. Il metano risulta essere ecologico ed economico. Il compressore costa poche migliaia di euro, e rispetto alle lungaggini burocratiche necessari per l’apertura di un impianto stradale (in Italia 4 anni) puಠessere installato in poche ore.
Il rifornimento individuale consente di risparmiare, ed è consigliabile per questo installare un contatore specifico per uso autotrazione, in modo da usufruire delle accise notevolmente ridotte destinate nel nostro paese all’utilizzatore dell’automobile.
In Francia si sta lanciando un piano di utilizzo delle automobili elettriche, con stanziamenti in favore della creazione di stazioni di servizio, come parte di un piano più ampio dello Stato per incoraggiare lo sviluppo della tecnologia dei veicoli puliti e la produzione di batterie.
Il Governo si occuperà dell’installazione di prese di ricarica obbligatorie nei parcheggi degli uffici entro il 2015, e i nuovi condomini con parcheggi dovranno prevedere stazioni di ricarica a partire dal 2012.
I gestori dei parcheggi, pubblici e privati, hanno individuato la necessità di adeguare le loro strutture per far fronte all’ondata elettrica in arrivo, che non comporta problemi di sicurezza ma richiede la possibilità per le vetture di ricaricarsi mentre aspettano il loro guidatore.
In fatto di carburante, il futuro è anche l’idrogeno; poichè un motore dove questo elemento è utilizzato come fonte energetica è un motore ad emissioni zero, si tratta, in termini di inquinamento, della soluzione ottimale.
Non a caso ben nove gruppi automobilistici hanno firmato un accordo a favore dello sviluppo e della commercializzazione di vetture elettriche con propulsione a celle combustibili con scadenza nel 2015 e l’impegno a lavorare in questi cinque anni affinchè sia rimosso ogni ostacolo, tecnologico, burocratico e politico alla diffusione di tale tecnologia sul mercato.
Al momento esistono due tecnologie alternative per realizzare un’auto a idrogeno. La prima è conosciuta con il nome di Fuel Cell ed è basata sulle celle di combustione da cui scaturisce l’energia elettrica per muovere i veicoli dotati a loro volta di motore elettrico. La seconda strada è la combustione diretta di idrogeno, in questo caso le automobili mantengono il tradizionale motore a combustione ma sono alimentate dall’idrogeno anzichè da benzina o diesel.
I problemi da superare nell’utilizzo dell’idrogeno sono costituiti dalla sua alta infiammabilità (sono necessari serbatoi con elevati standard di sicurezza) e dalla temperatura di ‘253° necessaria per la conservazione dell’idrogeno liquido.
Purtroppo le perdite di idrogeno dalle bombole sono pericolose per l’alta infiammabilità delle sostanze, per questo al momento diventa impossibile parcheggiare tali veicoli in luoghi chiusi (parcheggi coperti-traghetti) e rende rischioso l’attraversamento di tunnel. Sono inoltre notevoli anche i problemi di trasporto e stoccaggio.
In ogni caso, al momento di costruire nuove aree di sosta, soprattutto se in strutture chiuse od interrate, si dovrà tenere conto della molteplicità di tipologie di alimentazione esistenti, per offrire un servizio completo, efficiente e, soprattutto, sicuro!