Mamme col passeggino costrette a slalom spericolati, anziani un po’ acciaccati obbligati a evoluzioni acrobatiche, passanti carichi di buste della spesa che devono pressarsi rasente i muri o camminare in mezzo alla strada perchè qualcuno ha avuto la brillante idea di parcheggiare sul marciapiede.
Eppure, gli automobilisti e i motociclisti rei di questa trovata, non proprio educatissima, non sono punibili dagli ausiliari del traffico.
àˆ quanto emerge da una recente sentenza della Cassazione, che ha accolto il ricorso di uno scooterista contro la decisione del giudice di pace di Bologna, che aveva respinto la sua opposizione alla contravvenzione elevata nei suoi confronti dalla polizia municipale.
Questa sentenza – che, per la cronaca, è la n.551 della seconda sezione civile – , recita infatti, testualmente, che i tanto deprecati ausiliari sono ì ‘legittimati ad accertare e contestare violazioni a norme del codice della strada, in quanto dette violazioni concernano disposizioni in materia strettamente connessa all’attivita’ svolta dall’impresa, di gestione dei posteggi pubblici o di trasporto pubblico delle persone, dalla quale dipendono ove l’ordinato e corretto esercizio di tale attivita’ impediscano od in qualsiasi modo ostacolino o limitino’; ma che, al contempo ‘nel caso in cui dette violazioni consistano in condotte diverse, quale nella specie, il posteggio su di un marciapiedi non funzionale al posteggio od alla manovra in un’area in concessione e neppure alla circolazione in corsie riservate ai mezzi pubblici, l’accertamento puo’ essere compiuto esclusivamente dagli agenti di cui all’articolo 12 Cds e non anche dagli ausiliari del traffico’.
Insomma, per l’ennesima volta ci troviamo di fronte a un bell’esempio di paradosso legislativo squisitamente italico, in virtù del quale un comportamento palesemente scorretto è punibile esclusivamente dai vigili e dalle forze dell’ordine; come se ci volesse una qualifica speciale per decretare e sancire che chi posteggia sul marciapiede si comporta in maniera incivile, tanto quanto (se non di più) di chi parcheggia in doppia fila o in corrispondenza della fermata di un autobus.