Repetita juvant, dicevano i latini, e avevano ragione da vendere. Ci sono alcuni avvertimenti che vale la pena rinfrescare, soprattutto se riguardano situazioni di vita quotidiana in cui sarebbe necessario, anzi, doveroso, agire con la massima civiltà.
Rieccoci quindi a parlare di parcheggio selvaggio, soffermandoci in particolare sulle conseguenze legali che questo comportamento – scorretto quanto, ahinoi, diffuso – può comportare. Come ricordato dal portale Altalex, una vera autorità in fatto di giurisprudenza, sono numerosissimi i casi in cui un parcheggio scellerato, può configurare un reato previsto e punito dal Codice Penale, e in particolare dall’articolo 610: quello di violenza privata.
Pesanti le pene previste: si può giungere a una punizione di quattro anni di reclusione se, ricorrendo anche a violenze o a minacce, si costringe a tollerare i propri soprusi su quattro ruote…E sono numerosissimi i casi in cui i giudici hanno condannato automobilisti rei di avere limitato l’autodeterminazione e la libertà altrui “vessando” malcapitate vittime con parcheggi dissennati.
Qualche esempio da tenere a mente? Sentenze che puniscono coloro che bloccano un’altra auto con la propria, impedendo in questo modo di entrare o uscire da casa propria o da un parcheggio, e che sono colpevoli di violenza privata; punizioni per chi parcheggia irregolarmente in aree condominiali, commettendo in questo modo un reato che integra quello di violenza privata. Una sentenza della Cassazione (la numero 16571/2006) ha condannato un automobilista che si è incaponito a mantenere la propria auto irregolarmente posteggiata in un’area condominiale a lui estranea in modo da impedire a un malcapitato condomino di…lasciare la propria abitazione.
Anche parcheggiare troppo vicino a un’altra auto va contro la legge: insomma, la prossima volta che ci troviamo costretti a trattenere il fiato riducendoci ad acciughe per salire a bordo della nostra vettura per colpa di qualche prepotente che ha incollato la sua auto alla nostra, teniamo presente che possiamo difenderci, invocando il reato di violenza privata.
Inutile citare, infine, le violazioni che vengono regolarmente commesse ai danni degli automobilisti disabili. Occupare il loro parcheggio costituisce reato di violenza privata, anche nel caso in cui la persona disabile abbia la possibilità di parcheggiare in un altro posto.
Su questo tema delicato sono puntati i riflettori, in questi giorni, nella città di Anagni: un borgo medievale incantevole, ma di per sé non proprio ideale per le persone disabili. Nel centro storico, infatti, le numerose barriere architettoniche (gradinate, pendenze, spazi esigui) ne rendono molto difficili gli spostamenti. Come se non bastasse, in quest’ultimo periodo, durante il quale si sono svolte celebrazioni patronali, diverse persone diversamente abili giunte nel centro storico per i festeggiamenti si sono trovate costrette a mesti dietrofront: i parcheggi a loro destinati risultavano indebitamente occupati…
Eppure, per parcheggiare in questi spazi occorre essere muniti del permesso rilasciato dal Comune, che va sempre esposto in copia originale sul parabrezza dell’auto con cui si trasporta una persona disabile. Lo hanno dovuto ricordare, per l’ennesima volta, anche i media locali che hanno giustamente dato visibilità al caso, evidenziando anche la necessità di lasciare libere anche le uscite dei marciapiedi e dei negozi, troppo spesso ostruite da auto… selvaggiamente parcheggiate.