Sulla strada non sempre regna la totale armonia. Anzi, spesso è riscontrabile un certo astio tra "categorie": l'automobilista impreca contro il camionista, il pedone insulta l'automobilista, che a sua volta insulta il motociclista, il quale nel frattempo impreca contro il pedone. In questo clima di insofferenza e complicata (ma necessaria!) convivenza, due categorie stradali che non possono certo definirsi migliori amici sono gli automobilisti e i ciclisti.
L'associazione per la sicurezza stradale La Nuova Guida ha persino realizzato una mini-guida per migliorare la convivenza e la conseguente sicurezza tra ciclisti e automobilisti, con indicazioni sul comportamento stradale, sui sorpassi, sugli incroci, e altri punti critici. Ora, ci sono due aspetti da tenere in considerazione. Il primo riguarda l'intelligenza di chi sta alla guida (di qualsiasi mezzo si tratti), che dovrebbe SEMPRE avere in mente la sicurezza degli altri e di se stesso. Il secondo è relativo al contesto stradale in cui ci muoviamo, quello italiano: le nostre strade spesso non sono concepite per la convivenza tra auto e biciclette, e il problema ovviamente concerne a progettisti e amministrazioni.
Fatte dunque le dovute premesse, la corretta convivenza in nome della sicurezza può partire dal parcheggio. Precisamente, dall'apertura delle portiere di un'auto in sosta. Per definire pericolo e rimedio, ci vengono incontro due termini stranieri. Il dooring, come lo chiamano negli USA, è l'incidente in cui incorrono i ciclisti quando vengono colpiti dall'apertura improvvisa di una portiera: la classica sportellata, insomma, che può provocare danni seri al povero ciclista. A Chicago, ad esempio, il fenomeno è molto sentito e uno studio ha registrato un caso di dooring al giorno nella città americana.
Il secondo termine è "the Dutch Reach", la mossa olandese. Nei Paesi Bassi la bicicletta è molto usata e rappresenta un vero stile di vita, e da tanti anni viene insegnata nelle scuole guida una "mossa" di sicurezza per impedire gli incidenti di cui sopra. La Dutch Reach non è altro che l'apertura della portiera con la mano destra invece di quella sinistra (o il contrario per gli inglesi): il costringersi a non usare la mano più vicina alla maniglia, ma la mano opposta, comporta una torsione del busto, e induce la persona a voltare la testa e vedere dal finestrino se sopraggiunge qualcuno, che sia un ciclista, un pedone o un motociclista (in questo caso non si farà male solo lui, ma pure la vostra portiera…). L'insegnamento vale ovviamente per tutti gli occupanti dell'auto: al guidatore non basta il semplice specchietto, poiché non permette di avere una completa visuale dello spazio a lato della vettura.
Se vogliamo proprio dirla tutta, un tempo questa accortezza veniva insegnata anche nelle scuole guida italiane. Oggi, forse, qualche istruttore se ne dimentica. O semplicemente, siamo noi stessi automobilisti a dimenticarcene. Prendiamo esempio dagli olandesi, e sforziamoci di prevenire qualsiasi insidia stradale possa presentarsi. La strada è per tutti una femme fatale: bella e pericolosa.
Avete presente il detto africano "…non importa che tu sia leone o gazzella, l'importante è che cominci a correre"? Parafrasiamolo: non importa che tu sia automobilista, ciclista, motociclista o altro, l'importante è rispettare le regole e agire sempre in nome della sicurezza di tutti.