Se fosse un libro sarebbe’Quel pasticciaccio brutto della Ostiense’.
Se fosse una canzone sarebbe ‘Blu, le mille strisce blu’.
E’ la solita vicenda all’italiana, il caso strisce blu a Roma.
La Capitale che per alcuni giorni si è trasformata nell’Eldorado degli automobilisti alle prese con la sosta, ma che oggi inizia a tornare sui suoi passi.
Tutto è iniziato a fine maggio con una sentenza del Tar del Lazio, Seconda Sezione, che ha accolto il ricorso del Codacons e di un Comitato di cittadini residenti nel quartiere Ostiense di Roma contro le poco gradite strisce blu.
Il Tribunale Amministrativo Regionale ha annullato le delibere del Comune di Roma che le istituivano in quest’area della città .
La motivazione semplice ribasce un pronunciamento della Corte di Cassazione di circa un anno fa.
In quell’occasione gli ermellini avevano sentenziato, in virtù di quanto indicato dall’articolo 7 del Codice della strada, che i Comuni hanno facoltà di realizzare parcheggi a pagamento, a patto che vengano contemporaneamente realizzati, nelle immediate vicinanze, parcheggi gratuiti.
Ci sono poi tre condizioni che possono far cadere questo principio generale, vale a dire che le aree in questione siano pedonali, a traffico limitato o di particolare rilevanza urbanistica, come era stato indicato dall’amministrazione romana nel caso del quartiere Ostiense.
Ma il Tar a fine maggio ha deciso che non esistono le condizioni di particolare rilevanza urbanistica per il quartiere Ostiense e quindi, mancando vicino alle strisce blu quelle bianche gratuite, la sosta non deve essere pagata.
A trasformare in un evento epocale questa sentenza ci ha perಠpensato il neo sindaco di Roma, Gianni Alemanno.
Il primo cittadino non solo ha deciso di non far ricorso contro questa decisione, come invece avrebbe potuto e hanno già fatto diverse amministrazioni locali in casi simili. Il provvedimento che è immediatamente rimbalzato sulle pagine di tutti i quotidiani è stata l’ordinanza del sindaco con la quale si è annullato il pagamento sulle strisce blu in tutta la città .
‘Le strisce blu sono uno strumento importante ‘ dichiarava all’indomani della decisione Sergio Marchi, assessore alla Mobilità di Roma – , possono servire e sarebbe sbagliato pensare di eliminarle completamente.
Non è a questo che vogliamo arrivare.
Perಠvogliamo iniziare una consultazione con tutte le associazioni per capire come si possa applicare diversamente questa regolamentazione della sosta, nel rispetto del codice della strada.
E’ un lavoro delicato, non potrà essere completato in un giorno. Ma neppure in un anno.
La nostra idea è che le strisce blu debbano migliorare la regolamentazione della sosta, non essere una punizione per i cittadini’.
Da allora sono passati più di quindici giorni.
Le strisce blu, e quindi il pagamento della sosta, sono state già ripristinate nel Municipio I.
E sono gli stessi cittadini, oltre ai Municipi e all’Associazione Legambiente, a chiedere da più parti a gran voce di ritornare alla sosta tariffata, visto che in queste due settimane non c’è più una regola nella Capitale.
Macchine parcheggiate in seconda o terza fila, parcheggi a rotazione diventati ormai sosta fissa per chi li ha occupati e i residenti che non sanno più dove lasciare la propria auto.
‘Quello che è avvenuto a Roma ‘ commenta Marco Medeghini, vicepresidente AIPARK ‘ avrebbe potuto svolgersi in maniera diversa e meno clamorosa, considerato che la sentenza in oggetto riguardava solo uno specifico quartiere della città .
AIPARK ha invato una lettera al Comune manifestando l’intenzione di mettere a disposizione dell’Amministrazione la propria competenza tecnica, ma ribadendo l’assoluta necessità della sosta tariffata.
Comunque questo episodio serve per dimostrare una regola chiara, e cioè che la gestione della sosta su strada è una materia complessa e non puಠrisolversi nella semplice installazione di qualche parcometro senza dare servizi di qualità ai cittadini.
La tariffazione e la conseguente rotazione della sosta aumentano la resa dei parcheggi, che altrimenti verrebbero sfruttati per un quinto del loro potenziale di utenza.
D’altro canto perಠspesso i Comuni usano questo strumento semplicemente per fare cassa e non fanno prima dell’installazione dei parcometri uno studio ed un’analisi tecnica della sosta.
Certo il passaggio dal parcheggio gratuito a quello a pagamento è il primo tassello per una buona politica della sosta, ma deve essere seguito dalla realizzazione di parcheggi in struttura dove reindirizzare la sosta lunga e poi anche quella breve per liberare le strade dalle auto.
Oggi questo non avviene e i cittadini, a volte a ragione, sono portati a pensare che i Comuni utlizzino la tariffazione solo per fare cassa’.
Proprio questa impressione ha portato, dopo quanto avvenuto a Roma, molti cittadini a reclamare la gratuità della sosta anche in altre città , con un vero e proprio effetto domino dalla cima alla punta dello Stivale.
‘La sentenza del TAR ‘ commenta Potito Iascone, consulente ANCI – non ha mai messo in dubbio la legittimità delle strisce blu. Ha semplicemente ritenuto che la delibera con la quale il Comune di Roma istituiva le strisce blu nel quartiere Ostiense non fosse legittima rispetto a quanto indicato dal Codice della Strada.
Tutto qui.
La normativa prevede tre casi di deroga all’obbligo di creare strisce bianche gratuite accanto a quelle blu a pagamento: che le aree in questione siano pedonali, a traffico limitato o di particolare rilevanza urbanistica.
Se un Comune ha rispettato queste regole non ha da temere nulla, le sue aree di sosta tariffata sono legittime’.
Fatto sta comunque che il malumore cresciuto in questi anni tra i cittadini ha portato ad una situazione di rivolta, quasi manzoniana, dei parcheggi, come dimostra l’episodio di Rivoli, dove si sono verificati episodi di ‘incappucciamento’ dei parcometri da parte degli abitanti.
A. T.