«Speriamo sia usato massivamente soprattutto sulle strade di Roma, visto l'intelligenza da capra del romano medio». «Ecco un altro sistema per spennare gli automobilisti, vergogna». Recitano così i primi due commenti sul blog di Repubblica che riporta la notizia sullo Street Control, il dispositivo con telecamera montato sopra le auto della Polizia municipale per punire la sosta selvaggia. L'argomento, risulta evidente, può essere percepito da punti di vista diversi ed opposti, ma prima di ogni considerazione su metodologie e strumentazioni ci preme sottolineare l'aspetto cruciale del problema: lasciare l'auto in doppia fila, anche solo per il fantomatico "minuto" o "attimino", può essere pericoloso, molto pericoloso. Basti pensare a un furgone costretto a scartare improvvisamente il mezzo in doppia fila. La manovra non solo può causare l'urto con i veicoli che procedono nell'altro senso, ma è estremamente pericolosa per il veicolo che è subito dietro al furgone stesso, il quale potrebbe non riuscire a spostarsi o fermarsi in tempo, e quindi andrebbe a urtare contro il mezzo in doppia fila. Se poi ci aggiungiamo i motorini e i pedoni che popolano quotidianamente le strade cittadine, è facile comprendere che incidenti di questo tipo possono avere conseguenze molto gravi. Senza contare che potrebbe essere proprio un'ambulanza a venire intralciata dalle auto in sosta selvaggia. Ne consegue un secondo aspetto, non meno importante, che riguarda la viabilità cittadina: la sosta in doppia fila ha una ricaduta negativa sul traffico, in quanto restringe la carreggiata creando ingorghi e code (come se nelle grandi città non ce ne fossero già abbastanza). D'altronde l'utente depositario del primo commento citato ha capito perfettamente il problema, notando con arguzia: «il "minutino" che si risparmia a cercare un posto lo si perde successivamente negli intasamenti dovuti a chi si ferma in doppia fila».
Detto questo, veniamo allo Street Control. Lo strumento è nato alcuni anni fa ed ha attraversato alcuni anni di polemiche. Ora è arrivato il via libera del Ministero dei Trasporti, ma le polemiche sono destinate a proseguire. È un sistema di videoregistrazione georeferenziato: l'apparecchio, esteticamente a metà tra E.T. e Numero 5, protagonista robotico del film Corto Circuito, viene installato sul tetto delle auto dei vigili per riprendere e fotografare le targhe dei mezzi entro 20 metri di distanza. I dati raccolti vengono inviati alla banca dati della polizia locale, mentre il vigile all'interno dell'auto sovrintende le operazioni attraverso un tablet. Possono essere riscontrate non solo le soste in doppia fila (per le quali la multa viene inviata direttamente a casa del trasgressore), ma anche altre irregolarità riguardanti l'assicurazione, la motorizzazione e il rispetto delle targhe alterne. Qualche maligno potrebbe pensare che sia un sistema che i Comuni utilizzano per fare cassa, e lo stesso si potrebbe dire di altri dispositivi elettronici similari (vedi autovelox). Preferiamo non indugiare su tali "pensieri" (seppur verosimili!) e ribadire che con la sicurezza non si scherza, e guidare oltre il limite di velocità, così come parcheggiare in doppia fila o andare in giro con auto senza revisione, sono tutti comportamenti disdicevoli ai fini della sicurezza stradale. Detto in modo diretto, fate i bravi e non avrete multe, oltre a non diventare un pericolo per voi e per gli altri.
Tuttavia è opportuno constatare che le contraddizioni non mancano: Street Control e multe "a strascico" appaiono uno strumento imperfetto in materia legislativa. L'articolo 201 del Codice della Strada, infatti, permette la contestazione non immediata della violazione del divieto di sosta nel caso di «accertamento in assenza del trasgressore e del proprietario del veicolo». Dunque la multa inviata a domicilio è legittima se il trasgressore è "assente", non lo è se è "presente". Ora nel contesto specifico, non essendo il Codice della Strada un trattato di filosofia esistenzialista, i concetti di "presenza" e "assenza" risultano alquanto fumosi e contradditori. Tradotto: lascio la macchina in doppia fila per andare a comprare il pane, passa la Municipale e fotografa la mia auto mentre io sono dal panificio (ma comunque nei paraggi dell'auto), in quel momento sono considerato assente o presente? Come fanno sia la telecamera che il vigile ad accorgersi che sono in coda dal panificio? E ancora, se rimango al volante dell'auto, e quindi sono "presente", posso stare anche un'ora in doppia fila senza essere punito? Ecco, per queste ragioni vorremmo semplicemente sottolineare due aspetti: il sistema delle multe a strascico presenta limiti e margini di errore, altresì il Codice della Strada attuale andrebbe rivisto e aggiornato (come abbiamo già fatto notare a proposito delle dimensioni degli stalli.
Nonostante i difetti, lo Street Control rimane pur sempre un sistema che aiuta a sensibilizzare sulla pericolosità e sulla problematicità della doppia fila, o perlomeno che sensibilizza (con le cattive) quegli automobilisti che non ci arrivano con il buon senso. Sempre sul blog citato all'inizio, un utente sentenzia: «le auto in doppia fila sono uno schifo, l'unica strada è la soppressione dell'auto e la punizione corporale per i maleducati». Noi non arriviamo a tanto, ovviamente, ma queste parole, seppur contraddistinte dall'esagerazione tipica del mezzo internet, dimostrano come il problema sia sentito. Riflettete e, per amor di definizione, ricordate: la doppia fila non è un parcheggio.