Una piccola avvertenza per chi si accinge a leggere. Quello che segue non è la solita polemica sul caro ‘ parcheggi , ma il breve resoconto di due esempi Made in Italy di aree di sosta utilizzate con il duplice scopo di eliminare il sempre più dilagante fenomeno della sosta selvaggia, che rende le nostre città sempre più intricate e invivibili giungle d’asfalto, traendone profitto economico a tutto vantaggio dei cittadini: almeno in linea teorica.
Il primo caso esemplare, che farà contenti i più convinti ecologisti, si verifica a Chiusi, in provincia di Siena. Qui infatti svariati parcheggi comunali potranno produrre energia, che sarà immessa nella rete nazionale, attraverso coperture dotate di impianti fotovoltaici. Una prima sperimentazione ha già fornito risultati soddisfacenti, e ora si cercano imprenditori che abbiano voglia di mettersi in gioco e di accaparrarsi per vent’anni la concessione del diritto di superficie, accollandosi la progettzione, la realizzazione e la manutenzione degl’impianti. Il sindaco del Comune, Stefano Scaramelli, ha già evidenziato i molteplici vantaggi del progetto, che coinvolgerebbe oltre 23mila metri quadrati di spazi di sosta: maggiore qualificazione dei parcheggi in primis, auto coperte e dunque protette dagli agenti atmosferici, nonchè produzione di energia pulita e nuova linfa alle casse comunali, che, grazie a legittimi corrispettivi, ricaverebbero dall’impianto oltre 240mila euro l’anno.
Dopodomani scadrà il bando di concorso per il concessionario che sarà responsabile delle strutture, la cui gestione resterà in mano al Comune di Chieti, e c’è da sperare che questa opportunità sia colta e sfruttata al meglio. Si tratterebbe infatti di un grosso passo avanti in direzione di un modo di concepire la mobilità e la vivibilità del centro urbano finalmente al passo con i tempi.
Più controverso il caso della città di Taormina, dove, dal 2006, il Consiglio comunale ha introdotto la tassa di un euro sui parcheggi. Obiettivo dell’operazione, almeno nell’intento originario, quello di sfruttare il balzello per fornire servizi alla città . Il problema è che, come sottolineato dal consigliere Antonio Lo Monaco, non è chiaro se questo denaro – lievitato, nel tempo, alla ragguardevole cifra di circa 6 milioni di euro – sia effettivamente stato utilizzato a questo scopo o sia servito solo a colmare buchi di bilancio; e ancora non esiste un esatto rendiconto per verificarlo. Di qui la perplessità dei cittadini di fronte alla proposta di una tassa di soggiorno, che infatti non ha ancora ricevuto un placet; e per la quale il sindaco, Mauro Passalacqua, ha ipotizzato di istituire un preciso vincolo. Una buona idea, e un po’ di amaro in bocca per la pendente questione parcheggi; se quanto ipotizzato fosse vero, si tratterebbe dell’ennesimo caso di cattiva messa in pratica di un’idea di per sè ottima, anzi, da copiare.